COXZAC WEEKEND

Il primo weekend di concerti fuori venezia da più di un anno. Prendo la macchina a Marghera, passo in sala prove, carico la strumentazione. C’è tutto? ho la sensazione di dimenticare qualcosa. Ho perso degli automatismi nel caricare la macchina… come si monta questo Hi Hat? Però è bellissimo prendere la strada, da solo, per andare a suonare!!

Al Cox a Milano una ragazza del collettivo misurava la temperatura all’ingresso, credo… non ne sono sicuro perché la maggior parte del tempo sono stato al bar o a chiacchierare con amici che non vedevo da tanto tempo.

citto merda at work

Il Cox è uno spazio anarchico in centro a Milano dal 1976. Nella sala concerti si possono ammirare – tra le altre cose – opere di Prof. Bad Trip. In tutti questi anni di vita sanno bene come le autorità possono prendere qualunque pretesto (il rispetto delle regole sanitarie durante una pandemia, per dirne una) per mettere in discussione la loro presenza in via Conchetta. Il posto ha la fama di essere dove si sentono i migliori concerti a livello acustico a Milano… purtroppo per i milanesi sono arrivato io e ho completamente smentito questa leggenda!! (nonostante l’ottimo lavoro di Citto, Ricky e degli altri ragazzi del collettivo -grazieee!!).
Milano è anche la città della tecnologia Quindi al Cox c’è stato lo streaming live in multicam del concerrto, che adesso si può vedere sull’internet grazie al buon Nicola del collettivo video del Cox 18 (e graziiiee Nicolaaa !!)

Come primo concerto fuori Venezia da un bel po’ di tempo è stato un ritorno in grande stile, a casa alle 4 del mattino dopo un’improbabile dj set YouTube in cui Citto ha dato il peggio di sé.

Aneddoto: ad un certo punto faccio a Citto : “ma quello lì mi sembra il bassista degli Unsane…” e lui mi dice :“ma lui è il bassista degli Unsane”. In effetti si tratta di Dave Curran, il bassista dei Unsane, mitica band noise di NY che adesso vive a Vigevano. Con Dave anch’io do il peggio di me al  bar  del Cox mettendo  “What Is Love” di Haddaway alle 3 del mattino… 

Prof bad trip al Cox 18 - Milano

Prof bad trip al Cox 18

Il risveglio a Casa Citto è ascoltando i Communards con un’ottima colazione a base di risotto e vino rosso verso le 3 del pomeriggio, in tempo per recuperare la strumentazione al Cox per prendere la strada verso Ivrea. Un amico mi aveva detto che lo zac (cioè Zone di Attive di Cittadinanza) è all’interno della Stazione… ma non avrei mai pensato che il concerto si sarebbe tenuto dentro l’ingresso della stazione con i tabelloni degli orari e gli annunci e anche i marci soliti che girano per le stazioni (pochi in realtà, se li confronto con quelli di Mestre)

Lo zac gestisce il bar della stazione di Ivrea e lo ha fatto diventare un ristorantino dai prezzi abbordabili ma che offre l’alta qualità dei prodotti locali e successivamente ha anche preso in gestione le vetrine vuote dei locali commerciali abbandonate a sé stesse dagli imprenditori. Dove potrebbe esserci un Tiger ho un negozio Desigual ad Ivrea c’è un doposcuola ed aule workshop. Insomma in stazione ad Ivrea si può andare a prendere ripetizioni di matematica oppure portare il figlio piccolo a fare un workshop di disegno…

Lo zac è un posto, anzi meglio dire più posti, molto fighi, in un luogo che di solito è un po’ una m**** cioè, una stazione ferroviaria. Si vede che qui le cose sono fatte con un’etica e uno spirito non dedicato esclusivamente al profitto ma in cui sono messi in primo piano i rapporti fra le persone. Mi sento anche un po’ impaurito dal fatto che questo è il primo o il secondo concerto che fanno post Covid.. c’è una certa aspettativa rispetto al concerto di stasera e io ho voglia di darci sotto. La data qui era saltata a ottobre del 2020 e sono stati loro a farsi di sentire questa estate per ri-programmare la data.

I concerti sono autogestiti dai volontari dello Zac che sono ragazzi e ragazze, spesso anche musicisti e fonici o aspiranti tali. Il soundcheck è stato rapido e indolore come piace a noi…un ottimo “americano” al bar, un piatto di pasta con i ragazzi ed è già il momento di salire sul palco. Il concerto scorre liscio annaffiato da un paio di birre e da diversi San Simone, ho suonato meglio della sera prima a Milano di sicuro, ma il grande ingresso della Stazione, nonostante sia stato riempito di tavolini e sedie, è comunque semivuoto.

Con gli occhiali da sole non vedo molto quando suono però mi è stato confermato che la maggior parte della gente era al di là dei vetri dell’ingresso della Stazione a fumare e bere tranquilli, comunque la musica in qualche maniera gli arrivava un pò. Per entrare in stazione serve il green pass, ovviamente.

Dopo il concerto intavolo una discussione sul prog italiano con due simpatici palermitani expat in quel di Ivrea. Verso le due vengo gentilmente accompagnato fino a un bellissimo b&b in mezzo alla campagna lì vicino fra i boschi, dove la mattina dopo mi sveglio, faccio alcuni esercizi per la schiena, un’ottima colazione, amicizia con un gatto e riparto verso Venezia.

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